
Antonino Cuffaro
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Antonino Cuffaro | |
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Presidente del Partito dei Comunisti Italiani | |
Durata mandato | 2007 – 2013 |
Predecessore | Armando Cossutta |
Successore | Manuela Palermi |
Sottosegretario di Stato del Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica | |
Durata mandato | 21 ottobre 1998 – 11 giugno 2001 |
Presidente | Massimo D'Alema Giuliano Amato |
Predecessore | Luciano Guerzoni |
Senatore della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 15 aprile 1994 – 8 maggio 1996 |
Legislature | XII |
Gruppo parlamentare |
PRC |
Circoscrizione | Lazio |
Collegio | 21 (Marino - Colleferro - Frascati) |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Deputato della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 5 luglio 1976 – 1º luglio 1987 |
Legislature | VII, VIII, IX |
Gruppo parlamentare |
Partito Comunista Italiano |
Collegio | Trieste |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | PCI (fino al 1991)
PRC (1991-1998) PdCI (1998-2014) PCd'I (2014-2016) PCI (2016-2019) |
Titolo di studio | Laurea in Ingegneria |
Professione | politico, ingegnere, insegnante |
Antonino Cuffaro (Sambuca di Sicilia, 21 aprile 1932 – Trieste, 20 luglio 2019) è stato un politico italiano.
Biografiamodifica | modifica wikitesto
È figlio di Domenico, tra i fondatori del Partito Comunista d'Italia,[senza fonte] guida del movimento dei contadini e dei minatori siciliani e dirigente CGIL in provincia di Agrigento, dove più volte è stato minacciato dalla mafia.
Antonino, dopo aver conseguito la laurea in Ingegneria, si trasferisce in Friuli-Venezia Giulia dove ha vissuto ad Aquileia con la moglie fino alla morte. Assunto in un cantiere navale, viene licenziato per le sue idee comuniste. Per mantenere la famiglia assume una cattedra di ingegneria presso l'Istituto Tecnico "Alessandro Volta" di Trieste, impegnandosi anche in attività professionali di consulenza in campo ingegneristico.
In quel periodo si iscrive nel Partito Comunista Italiano e nel 1962 diviene consigliere comunale a Trieste fino al 1972, quindi diverrà consigliere regionale del Friuli-Venezia Giulia (1967-1976). In quegli anni è segretario della Federazione autonoma di Trieste e poi segretario regionale del Friuli-Venezia Giulia. Nel 1969 entra nel comitato centrale comunista dove vi resterà fino al 1991, anno di scioglimento del PCI.
Elezione alla Cameramodifica | modifica wikitesto
Tra il 1976 e il 1987 è membro della Camera dei deputati per tre legislature[1][2][3] e negli stessi anni (1979-1988) è responsabile per la Ricerca Scientifica e Tecnologica nella Direzione Nazionale del PCI, ruolo che gli permetterà di organizzare la I Conferenza Nazionale sulla Scienza promossa da un partito politico. Dal 31 maggio 1977 al 19 giugno 1979 partecipa ai lavori della commissione speciale della Camera per la ricostruzione delle zone del Friuli Venezia Giulia e della regione Veneto colpite dal terremoto del 1976.[4]
Si oppone alla svolta della Bolognina e contribuisce dal 1991 alla nascita di Rifondazione Comunista. Nel 1993 Cuffaro viene candidato alla segreteria del PRC in opposizione alla candidatura, risultata poi vincente, di Fausto Bertinotti.
Elezione al Senato e nascita del PdCImodifica | modifica wikitesto
Nel 1994 è eletto senatore e diventa coordinatore della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista fino al 1996. Non rieletto nel 1996, nel 1998 è tra i comunisti che vorrebbero salvare il primo governo Prodi e aderisce così al Partito dei Comunisti Italiani.
Sottosegretario per la Ricerca Scientificamodifica | modifica wikitesto
Viene nominato Sottosegretario alla ricerca scientifica nel Governo D'Alema I e II, incarico che manterrà anche con il successivo Governo Amato II durante il quale saranno notevolmente ampliate le sue deleghe.
Durante l'incarico di governo Antonino Cuffaro promuove con decisione il coordinamento, la programmazione e la valutazione della ricerca scientifica nazionale contribuendo a far innalzare la percentuale di PIL destinata al finanziamento della attività di ricerca universitaria. Con lui viene varato il primo programma nazionale della ricerca e sono avviati importanti provvedimenti per la ricerca di base e industriale nonché per il reclutamento, dopo 18 anni di blocco, di numerosi ricercatori tramite concorso e il ritorno in Italia di scienziati che avevano dovuto emigrare all'estero. Resta sottosegretario fino al giugno 2001.
Elezione a Presidente del PdCImodifica | modifica wikitesto
È stato altresì, sino all'aprile 2007, Segretario del Comitato Regionale del P.d.C.I. del Friuli-Venezia Giulia oltre che responsabile nazionale del dipartimento università e ricerca scientifica.
In occasione del IV Congresso Nazionale, nel 2007 è eletto all'unanimità Presidente del P.d.C.I. in sostituzione di Armando Cossutta. Resta presidente del partito fino a luglio 2013.
Conferimento del sigillo trecentescomodifica | modifica wikitesto
Nel 2012 riceve il sigillo trecentesco dall’allora Sindaco di Trieste Roberto Cosolini per il ruolo di promozione nella città, così come in tutta Italia, della ricerca scientifica.
La mortemodifica | modifica wikitesto
Si spegne a Trieste il 20 luglio 2019. La cerimonia funebre ha luogo 7 giorni dopo nel municipio del capoluogo giuliano.
Notemodifica | modifica wikitesto
- ^ Antonino Cuffaro, su Camera.it - VII legislatura, Parlamento italiano.
- ^ Antonino Cuffaro, su Camera.it - VIII legislatura, Parlamento italiano.
- ^ Antonino Cuffaro, su Camera.it - IX legislatura, Parlamento italiano.
- ^ legislatureprecedenti.camera.it, Camera dei Deputati, http://legislature.camera.it/frameset.asp?content=%2Faltre_sezionism%2F9964%2F9974%2Fdocumentotesto.asp%3F . URL consultato il 30 agosto 2018.
Voci correlatemodifica | modifica wikitesto
- Governo Amato II
- Governo D'Alema I
- Governo D'Alema II
- Ministero dell'università e della ricerca
- Partito dei Comunisti Italiani
Altri progettimodifica | modifica wikitesto
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Antonino Cuffaro
Collegamenti esternimodifica | modifica wikitesto
- Antonino Cuffaro, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Antonino Cuffaro, su senato.it, Senato della Repubblica.