Mauro Scoccimarro
Mauro Scoccimarro (Udine, 30 ottobre 1895 – Roma, 2 gennaio 1972) è stato un politico e partigiano italiano.
Mauro Scoccimarro | |
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Ministro delle finanze | |
Durata mandato | 21 giugno 1945 – 2 febbraio 1947 |
Capo del governo | Ferruccio Parri Alcide De Gasperi |
Predecessore | Antonio Pesenti |
Successore | Giuseppe Grassi |
Senatore della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 8 maggio 1948 – 2 gennaio 1972 |
Legislatura | I, II, III, IV, V |
Gruppo parlamentare | Comunista |
Circoscrizione | Veneto |
Collegio | Chioggia |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Deputato dell'Assemblea Costituente | |
Durata mandato | 25 giugno 1946 – 31 gennaio 1948 |
Legislatura | Costituente |
Gruppo parlamentare | Comunista |
Collegio | CUN |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Comunista Italiano |
Titolo di studio | Laurea in economia |
Professione | Pubblicista |
Biografia modifica
Nato in una famiglia nazionalista, durante la prima guerra mondiale sostenne le posizioni dell'interventismo e si arruolò negli alpini col grado di sottotenente: la barbarie del conflitto lo convinse a passare dalla parte del pacifismo nonostante la sua decorazione al valor civile e militare e la sua promozione a capitano del Regio esercito.
Nel 1917 si iscrisse al Partito Socialista Italiano per poi staccarsene nel 1921, allorché venne fondato il Partito Comunista d'Italia, cui Scoccimarro aderì. Direttore del quotidiano marxista Il lavoratore friulano, egli divenne insieme ad Antonio Gramsci il più autorevole dirigente del PCdI, dopo l'omicidio di Giacomo Matteotti. Con il politico e filosofo sardo fu rappresentante dei comunisti italiani alla Terza Internazionale.
Arrestato nel 1926 a Milano per attività antifascista, Scoccimarro venne condannato dal Tribunale Speciale a vent'anni di carcere. Nel 1937 la pena fu commutata nel confino,[1][2] che egli scontò principalmente a Ponza e sull'Isola di Santo Stefano (Ventotene); in tale occasione conobbe Maria Baroncini (sorella di Nella, consorte di Antonio Cicalini), sua futura moglie. Liberato dai partigiani comunisti[senza fonte] il 17 agosto del 1943, partecipò alla Resistenza e fu uno dei membri più importanti del centro del partito a Roma.
Nel dicembre 1944 divenne Ministro dell'Italia occupata nel governo Bonomi III fino al giugno 1945.
Ferruccio Parri lo nominò Ministro delle finanze nello stesso giugno 1945, e conservò tale ruolo fino al 1947, con il governo De Gasperi II. Quale ministro, operò eliminando le bardature di guerra e liberalizzando il sistema concorrenziale, ma non riuscì nel proposito d'imporre una tassa sui sovraprofitti di guerra a causa della caduta del governo.
Ricoprì inoltre l'incarico di Alto commissario aggiunto per l'epurazione nella pubblica amministrazione.
Nella prima legislatura repubblicana fu senatore di diritto. Successivamente fu sempre rieletto al Senato, del quale fu anche vicepresidente e rappresentante al Parlamento europeo.
Emarginato all'interno del PCI, egli era deciso nel 1972 a tentare la scalata verso la segreteria nazionale, ma morì improvvisamente poche settimane prima del congresso che elesse Enrico Berlinguer.
Governi dei quali ha fatto parte modifica
- Governo Bonomi III, come Ministro dell'Italia Occupata
- Governo Parri, come Ministro delle finanze
- Governo De Gasperi I, come Ministro delle finanze
- Governo De Gasperi II, come Ministro delle finanze
Opere modifica
- La Costituente e il rinnovamento nazionale, Roma, l'Unità, 1946.
- Dottrina marxista e politica comunista, Roma, l'Unità, 1946.
- Su alcuni aspetti del nostro programma, Roma, l'Unità, 1946.
- Il secondo dopoguerra, 2 voll., Roma, Editori Riuniti, 1956.
- Nuova democrazia, Roma, Editori Riuniti, 1958.
- Ideologia e politica, Roma, Editori Riuniti, 1960.
- La crisi in Alto Adige, Roma, Editori Riuniti, 1960.
- Antonio Gramsci, in Trent'anni di storia italiana, 1915-1945. Dall'antifascismo alla Resistenza, Torino, Einaudi, 1961.
- Ideologia marxista e programmazione economica, Roma, Editori Riuniti, 1965.
- Il rinnovamento e il rafforzamento del partito, Roma, Editori Riuniti, 1966.
Note modifica
- ^ Commissione di Roma, ordinanza del 5.4.1937 contro Mauro Scoccimarro e altri ("Dirigenti comunisti - alcuni di primissimo piano come Terracini, Scoccimarro e Frausin - e l'anarchico Vatteroni, coinvolto nell'attentato Lucetti, sono confinati dopo aver scontato lunghe pene detentive"). In Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, L'Italia al confino 1926-1943. Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943, Milano 1983 (ANPPIA/La Pietra), vol. IV, p. 1402.
- ^ Commissione di Littoria, ordinanza del 13.3.1942 contro Mauro Scoccimarro e altri ("Al termine della pena precedente riassegnati per la loro pericolosità politica"). In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, L'Italia al confino 1926-1943. Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943, Milano 1983 (ANPPIA/La Pietra), vol. IV, p. 1305
Voci correlate modifica
Altri progetti modifica
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- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Mauro Scoccimarro
Collegamenti esterni modifica
- Scoccimarro, Mauro, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- SCOCCIMARRO, Mauro, in Enciclopedia Italiana, III Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1961.
- Scoccimarro, Mauro, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- Scoccimarro, Màuro, su sapere.it, De Agostini.
- Aldo Agosti, SCOCCIMARRO, Mauro, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 91, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2018.
- Mauro Scoccimarro, in Dizionario biografico dei friulani. Nuovo Liruti online, Istituto Pio Paschini per la storia della Chiesa in Friuli.
- Mauro Scoccimarro, in Donne e Uomini della Resistenza, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia.
- Mauro Scoccimarro, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Mauro Scoccimarro (I legislatura della Repubblica Italiana) / II legislatura / III legislatura / IV legislatura / V legislatura, su Senato.it, Parlamento italiano.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 242619221 · ISNI (EN) 0000 0003 8566 5054 · SBN LO1V038231 · LCCN (EN) no2003042278 · NDL (EN, JA) 00526014 · CONOR.SI (SL) 203600227 · WorldCat Identities (EN) lccn-no2003042278 |
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