Norreni
«Sappiamo che vengono ricordati nelle fonti con nomi diversi quali Norreni, Vichinghi, Variaghi e Normanni, tutti appellativi riconducibili a guerrieri temibili e abili marinai originari delle remote regioni scandinave. Questi, infatti, salparono dalla Norvegia, Svezia e Danimarca...»
I norrèni[2] o nordici[3] sono un gruppo etnolinguistico di popoli germanici che nel Medioevo abitò la Scandinavia e parlava la lingua norrena[1][4][5][6], lingua del ramo germanico settentrionale da cui discesero le moderne lingue scandinave[7][8]. Dall'VIII secolo in poi i norreni iniziarono una espansione che li portò per il mondo[9], creando stati e insediamenti nelle Fær Øer, nel Regno Unito, in Irlanda, in Islanda, in Finlandia, in Russia, in Sicilia, in Italia meridionale, sull'isola di Terranova in Canada, in Groenlandia[10][11].
Il termine "norreni" è spesso assimilato al termine "vichinghi"[12], sebbene quest'ultimo termine sarebbe specifico per quel ristretto gruppo di norreni esploratori e guerrieri che a bordo di dreki navigavano per mare e compivano scorrerie[13].
Il termine norreno era tradizionalmente utilizzato per riferirsi solo alla lingua norrena e alla letteratura norrena proprie della Norvegia e Islanda del IX-XIV secolo[14][15][16], mentre il suo utilizzo per indicare i popoli nordici è un'estensione recente.
Etimologia e sinonimi modifica
Il termine norreno è un calco di norðrœnn che nella loro lingua significava "settentrionale" ed è una parola composta da norðr, "nord", e da -œnn suffisso aggettivizzante, a sua volta derivata dal protogermanico *nurþrōnijaz[17].
Tra VIII e XI secolo l'aggettivo norrœnn venne usato per indicare i popoli di tutta la penisola scandinava[4]. Da norðr deriva anche nordmadr, in latino medievale nortmannus, da cui Normanno, letteralmente "uomo del nord"[18], termine molto noto grazie alla preghiera attribuita, anche se con alcune incertezze, ai monaci dei monasteri depredati dai razziatori vichinghi nei secoli VIII e IX, che recitava: «Dio ci salvi dal furore normanno»[19]. La Cronaca anglosassone distingue tra i vichinghi norvegesi pagani, stanziati a Dublino, nominandoli Norðmannum, e i vichinghi danesi cristianizzati stanziati nel Danelaw, nominandoli Dæne. Analoga distinzione è presente nelle memorie di Edmondo I d'Inghilterra sui vichinghi del regno di Jórvík da lui sconfitti nel 942[20][21][22]. Pertanto, il termine normanni aveva come significato originale coincidente all'attuale norreni, sebbene fu successivamente usato in modo pressoché esclusivo per qualificare gli stanziamenti in Neustria, nel nord della Francia, a causa dei quali fu ridenominata Normandia.
I norreni erano anche conosciuti come Ascomanni dagli altri Germani (nome forse derivante dal loro mitico antenato Askr). Erano invece chiamati Lochlanach in irlandese, mentre gli anglosassoni utilizzavano, oltre Dæne, anche il termine Dena (danesi)[23].
Gli slavi orientali, i balti, gli ugrofinnici, i bizantini e gli arabi li chiamavano Rus' o Rhos, che forse derivava da roþs- o dall'area di Roslagen (Svezia centro-orientale), da dove molti Norreni giunsero nelle terre degli slavi[24]. Archeologi e storici sono oggi convinti che gli insediamenti scandinavi nelle terre degli slavi portarono alla formazione dei nomi di Russia e Bielorussia.
Gli abitanti dell'estrema Europa orientale e i bizantini chiamavano queste genti anche col nome di variaghi (uomini giurati): col nome di guardia variaga si indicava il nome dei soldati della guardia del corpo degli imperatori bizantini.
Origini modifica
Le ricerche archeogenetiche condotte tra il 2015 e il 2021 escludono che i norreni costituissero un gruppo etnico compatto (ad esempio potevano avere capelli castani o neri causa influssi genetici provenienti dal sud Europa o dalla steppa euroasiatica)[25]. Anche se si utilizzassero come unici due elementi distintivi la lingua norrena e l'insieme dei culti religiosi, ossia la mitologia norrena (da essi definito inn forni sidr, letteralmente "il costume antico", in contrapposizione al in nýi sidr, "il costume nuovo" cioè il cristianesimo[26]), occorre distinguerli nettamente dai Sami, anch'essi abitanti della Scandinavia, già citati a parte nella Storia delle guerre di Procopio di Cesarea[27].
La etnografia greco-romana individuava gli abitanti della penisola Scandinava col nome di Illeviones e quelli affacciati sul mar del Nord, compresa l'Olanda, col nome di Ingaevones, ma il mondo classico tendeva a fondere antropogonia, etnogonia e teogonia, a tal punto che Plinio, nella Naturalis historia, riporta che lungo la strada che portava in Scandia si trovavano isole abitate da persone che si dice avessero "orecchie talmente grandi da coprire il resto del corpo, altrimenti nudo"[28].
Un testo che si distingue anche per la maggiore affidabilità dei precedenti è De origine et situ Germanorum di Tacito[29]. Egli, oltre i Cimbri (la cui appartenenza ai popoli Germanici, anziché ai Celti, non è certa) cita le tribù dei Sueoni, dei Varni, degli Teutoni e degli Angli (in Danimarca), degli Auioni (in Danimarca, ma originari dell'Öland, in Svezia). Egli li definiva come popoli germanici e come appartenenti agli Ingaevones.
Mentre per le epoche più antiche della storia ciò che ha tramandato la etnografia greco-romana è infarcito di topoi e pregiudizi, le fonti del VI secolo diventano particolarmente attente in termini di distinzione linguistica, geografica e culturale[30]. In tale epoca Giordane, nel De origine actibusque Getarum, nomina molte altre tribù abitanti la Scandinavia (detta Scandza), chiamata nel complesso "Utero delle nazioni" e descrive i suoi abitanti come i più alti e feroci dei Germani.
All'interno della penisola scandinava, i clan norreni che concentrarono la loro attività di razzia e conquista in Inghilterra (nel Danelaw) erano provenienti dalla odierna Danimarca, quelli che si diressero verso Irlanda e Islanda provenivano perlopiù dalla odierna Norvegia e quelli diretti verso l'Ucraina e l'Impero bizantino provenivano perlopìù dalla Svezia[25].
Origini mitologiche modifica
Secondo l'interpretazione evemeristica di Snorri Sturluson, i loro primi dèi, gli Asi, erano originari dell'Asia (Asíá in norreno) e da quel luogo si sarebbero spostati seguendo il loro capo Odino verso le terre del nord, fermandosi in Svezia (Svíþjóð). La loro patria d'origine era Ásaheimr ("regno degli Asi") e, al loro arrivo in Scandinavia, si scontrarono con gli dèi precedenti, i Vani, divinità più pacifiche di carattere agricolo.
La presenza apparente di due panthea distinti è stata variamente interpretata dagli studiosi. Una prima ipotesi, detta «invasione degli Æsir», fu avanzata da Bernhard Salin nel 1904[31]. Tale interpretazione, popolare per tutta la prima metà del XX secolo e non ancora completamente tramontata, ipotizzava che il racconto di Snorri avrebbe conservato, seppur deformato, il ricordo di autentici avvenimenti storici. Secondo Salin, gli antenati dei Germani erano effettivamente migrati dal Mar Nero alla Scandinavia e qui avevano lottato contro una popolazione autoctona. Gli Æsir sarebbero stati gli dèi degli invasori germanici, mentre i Vani sarebbero gli dèi adorati dalle genti autoctone della Scandinavia e il racconto della loro lotta e riconciliazione tra Æsir e Vanir come la trasposizione mitica di un antico conflitto storico, conclusosi con un compromesso e con la fusione dei due popoli[32][33].
Successivamente Jan De Vries e soprattutto Georges Dumézil, che dedicò un'intera carriera alla comparazione dei miti, arrivarono a dimostrare che la struttura del pantheon germanico apparteneva al più antico pensiero mitico indoeuropeo.
Culto modifica
Il periodo cui il proto-norreno si distinse dal ceppo proto-germanico, nel I-III secolo, ricade nella fase indicata in archeologia come età del ferro romana, per via degli influssi che l'impero romano sulle popolazioni oltralpe. Dei culti professati si conserva la testimonianza di Tacito nel Germania. Della fase successiva, detta età del ferro germanica (dal 550 in poi, in Scandinavia, è detta era di Vendel), si conserva la testimonianza di Giordane, nel De origine actibusque Getarum, del VI secolo, circa un secolo prima alla successiva evoluzione del proto-norreno nella lingua norrena. L'ultimo periodo è detto epoca vichinga, conclusasi con la cristianizzazione di tutti i popoli scandinavi.
Epoca tardo-antica modifica
Nei resoconti più antichi sulle popolazioni germaniche occidentali si ritrovano diverse divinità legate alla terra e alla natura, comuni tra popolazioni agricole, come possono essere considerati i Vanir, ma anche alcune divinità della guerra o "eroiche", legate all'attività umana più comuni tra i romani e, più tardi, con gli Æsir.
Significativo è l'eponimo di Ingaevones usato da Tacito per indicare i popoli germanici affacciati sul mar del Nord, "Ing" o "Inguo", figlio di Manno,[34] che deriva a sua volta da un presunto proto-germanico *Ingwaz. Questo è anche il nome applicato alla divinità dell'epoca vichinga Freyr, conosciuta anche come Yngvi-Freyr[35] e menzionata come tale nella Saga degli Ynglingar di Snorri Sturluson[36]. Jacob Grimm, nella sua Mitologia Teutonica, considera questo Ing come originariamente identico allo scandinavo Yngvi, antenato eponimo della casa reale svedese degli Yngling, o figli di Ing. Più recentemente Yngvi viene considerato una forma ipocoristica di un più antico e raro Yngvin, che deriva dal teonimo Ing- col significato di "adoratore o amico di Ing"[37].
Tacito racconta anche che diversi popoli germanici settentrionali erano dediti a Nerthus che spesso è identificata o considerata paredra con la divinità maschile Vanir Njörðr, padre di Yngvi, e ne descrive un rito:
«Dopo i Longobardi vengono Reudigni, Auioni, Angli, Varni, Eudosi, Suardoni e Nuitoni, tutti ben protetti da fiumi e foreste. Non c'è nulla di importante da dire riguardo a questi popoli tranne il fatto che tutti adorano Nerthus, che rappresenta la Madre-Terra. Credono che lei si interessi degli affari degli uomini e che li guidi[38].
Su un'isola nell'oceano si trova un bosco sacro in cui si trova un santo carro coperto da un drappo. Solo a un sacerdote è permesso di toccarlo. Egli è in grado di sentire la presenza della dea quando si trova nel santuario, e la accompagna con grande riverenza mentre si muove sul carro trainato da tori.
Si festeggia ovunque quando decide di fare l'onore di presentarsi. Nessuno va in guerra, nessuno usa armi, si vive in pace e quiete finché la dea, avendone avuto abbastanza della compagnia degli uomini, viene infine riaccompagnata dallo stesso sacerdote presso il suo tempio. Dopodiché il carro, il drappo e, se mi credete, la divinità stessa fanno il bagno in una misteriosa vasca.
Questo rito viene svolto da schiavi che, appena finito il compito, vengono affogati nel lago. In questo modo il mistero viene mantenuto, e rimane la beata ignoranza riguardo al suo aspetto, concesso solo a chi è destinato a morire.»
Si crede che Odino (Óðinn) abbia guadagnato importanza successivamente alla testimonianza di Tacito, durante il periodo delle migrazioni che, secondo alcuni autori, prese gradatamente il posto di Týr alla testa del pantheon delle culture germaniche occidentali e settentrionali. Questa ipotesi si scontrerebbe con l'associazione fatta da alcuni studiosi che identificano il regnator omnium deus di Tacito con Wōdanaz, a seguito di alcune similitudini tra la descrizione del rito fornita dall'autore romano e il successivo poema eddico Helgakviða Hundingsbana II.
La teoria secondo cui Odino prese il posto di Tyr si trova anche alla base di due identificazioni tra loro in conflitto. L'originale importanza di Tyr (dal proto-germanico *Tîwaz) nasce con la teoria secondo cui sarebbe stato una nuova versione della divinità suprema di molte fedi indoeuropee: Zeus, Giove, Dyeus. Non esistono però prove che sostengano l'ipotesi secondo cui Tyr abbia avuto la stessa importanza che aveva Odino nelle regioni in cui era conosciuto, con il nome di Odino o di Wōdanaz.
Durante questo periodo delle migrazioni, il termine proto-norreno *Wōdin evolvette nel nuovo nome del dio Óðinn. I reperti dell'era di Vendel (bratteati, pietre runiche) mostrano antiche scene che possono essere associate ai testi mitologici norreni dell'Alto Medioevo. Il contesto del nuovo gruppo emergente del periodo è rispecchiato dalle storie di Snorri Sturluson riguardo agli dèi indigeni Vanir rimpiazzati dagli Æsir arrivati dal continente[39].
Epoca vichinga modifica
Lingua modifica
Il termine norreno si riferisce anche alla lingua norrena, una lingua germanica evolutasi dalla lingua proto-norrena nel VII-VIII secolo. Aveva un rapporto di mutua intelligibilità con l'antico inglese, l'antico sassone e altre lingue parlate nella Germania settentrionale.
Si suddivideva dansk tunga (dialetto orientale o norreno orientale) e dǫnsk tunga (dialetto occidentale o norreno occidentale). Questi autonimi si traducono letteralmente con "lingua danese"[40]. Non c'era una separazione territoriale ben definita fra le due varianti di questo idioma. Dopo il XIII secolo il norreno orientale si evolse nel danese e nello svedese, mentre il norreno occidentale si evolse nell'islandese, nel norvegese[7] e nel faorese[41] nelle loro forme più antiche.
Note modifica
- ^ a b Lorena Cannizzaro, Introduzione all'archeologia scandinava, su archeofriuli.it, Società friulana di archeologia, 23 maggio 2020.«Sappiamo che vengono ricordati nelle fonti con nomi diversi quali Norreni, Vichinghi, Variaghi e Normanni, tutti appellativi riconducibili a guerrieri temibili e abili marinai originari delle remote regioni scandinave. Questi, infatti, salparono dalla Norvegia, Svezia e Danimarca»
- ^ norreno, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ nòrdico, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ a b Simone Barcelli, Il Retaggio Perduto dei Vichinghi: Quando i Norreni conquistarono il mondo, Cerchio della luna, 2019, ISBN 9788869375019.«In Inghilterra venivano anche chiamati uomini del Nord o norreni, termini con cui all'epoca si indicavano in maniera generica tutte quelle popolazioni che provenivano dalla Scandinavia, senza distinzione per regione...»
- ^ Rory McTurk, A Companion to Old Norse-Icelandic Literature and Culture, John Wiley & Sons, 2008, p. 7, ISBN 978-1405137386.«Old Norse' defines the culture of Norway and Iceland during the Middle Ages. It is a somewhat illogical concept as it is largely synonymous with 'Norse'... The term 'Norse' is often used as a translation of norroenn. As such it applies to all the Germanic peoples of Scandinavia and their colonies in the British Isles and the North Atlantic.»
- ^ Jeremy DeAngelo, The North and the Depiction of the "Finnar" in the Icelandic Sagas, in Scandinavian Studies, vol. 82, n. 3, 2010, pp. 257–286, JSTOR 25769033.«The term "Norse" will be used as a catchall term for all North Germanic peoples in the sagas...»
- ^ a b David A. Leeming, The Handy Mythology Answer Book, Visible Ink Press, 2014, p. 143, ISBN 978-1578595211.«"Who were the Norse people? The term Norse is commonly applied to pre-Christian Northern Germanic peoples living in Scandinavia during the so-called Viking Age. Old Norse gradually developed into the North Germanic languages, including Icelandic, Danish, Norwegian, and Swedish»
- ^ Lorena Cannizzaro, Vichinghi misteriosi – ma senza esagerare, in Query. La scienza indaga i Mysteri, CICAP, 2021.«provenienti dai territori scandinavi di Danimarca, Norvegia e Svezia»
- ^ Roger Bartlett, Storia della Russia, Edizioni Mondadori, 2014, ISBN 9788852059544.«Dall'VIII secolo in poi i norreni scandinavi iniziarono una espansione che li portò per il mondo...»
- ^ Francesco Palma, Basi ideologiche e costruzioni storiografiche nelle ipotesi migrazionistiche sulla fine della Groenlandia norrena, in Scandia: Journal of Medieval Norse Studies, 2020. URL consultato il 12 novembre 2021 (archiviato dall'url originale il 12 novembre 2021).«I Norreni si concentrarono su due aree della costa sudoccidentale dell’isola...»
- ^ Francesco D'Angelo, I Regni del Nord. URL consultato il 3 gennaio 2023.
- ^ Christopher R. Fee, Mythology in the Middle Ages: Heroic Tales of Monsters, Magic, and Might, ABC-CLIO, 2011, p. 3, ISBN 978-0313027253.«"Viking" is a term used to describe a certain class of marauding Scandinavian warrior from the 8th through the 11th century. However, when discussing the entire culture of the Northern Germanic peoples of the early Middle Ages, and especially in terms of the languages and literatures of these peoples, it would be more accurate to use the term "Norse." Therefore during the Middle Ages and beyond, it therefore might be useful to speak of "German" peoples in middle Europe and of "Norse" peoples in Scandinavia and the North Atlantic.»
- ^ Viking, in Oxford learners dictionaries. URL consultato il 23 novembre 2021.
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- ^ A furore Normannorum libera nos Domine rimane sostanzialmente priva di riscontri se non come successiva rielaborazione di Summa pia gratia nostra conserving corpora et custodita, de gente fera Normannica nos libero, quae nostra vastat, Deus, regna, attestata nel IX secolo come antifona dedicata ai santi Vaast e Menard (cfr. Albert D'Haenens, Les Invasions Normandes en Belgique au IX Siècle, Lovanio, 1967.).
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Bibliografia modifica
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- Roger Bartlett, Storia della Russia, Edizioni Mondadori, 2014, ISBN 9788852059544.
- Saga di Oddr l'arciere, traduzione di Fulvio Ferrari, Milano, Iperborea, 1994, ISBN 88-7091-043-1.
- (LA) Ottaviano Augusto, Res gestae divi Augusti.
- Bernhard Salin, Die Altgermanische Thierornamentik, Stoccolma, Wahlström & Widstrand, 1935 [1904].
Voci correlate modifica
Altri progetti modifica
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Collegamenti esterni modifica
- (EN) Norreni, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.