Black Swan Records (etichetta discografica statunitense)
La Black Swan Records è stata un'etichetta discografica americana di jazz e blues fondata nel 1921 ad Harlem, New York. È stata la prima etichetta ad ampia distribuzione ad essere di proprietà, gestita e commercializzata da afroamericani. Fondata da Harry Pace e W.C. Handy, fu creata per dare agli afroamericani maggiori libertà creative.[1] Diciotto mesi prima, nel 1919, la Broome Special Phonograph Records era stata la prima etichetta di proprietà e gestita dall'afroamericano George W. Broome a Medford, Massachusetts, con musicisti classici neri, tra cui Harry T. Burleigh e Edward Boatner.[2][3][4] La Black Swan è stata rilanciata negli anni '90 per le ristampe in CD delle sue storiche registrazioni jazz e blues.
Black Swan Records | |
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Stato | Stati Uniti |
Fondazione | 1921 a Harlem |
Fondata da | |
Chiusura | 1924 (Bancarotta) |
Sede principale | New Orleans |
Gruppo | George H. Buck Jr. Jazz Foundation |
Persone chiave |
|
Settore | Editoria |
Prodotti | Etichetta discografica, jazz, blues |
Sito web | www.jazzology.com |
Storia
modificaLa società madre della Black Swan, la Pace Phonograph Corporation, fu fondata nel marzo del 1921 da Harry Pace e aveva sede ad Harlem.[5] La nuova società di produzione fu costituita dopo che scioglimento della partnership della Pace con W. C. Handy, Pace & Handy, nel settore dell'editoria musicale.[5] La Black Swan, che cercava di specializzarsi in registrazioni di musica classica, rappresentava un'opportunità di investimento per la Talented Tenth. Come riconosciuto da Thomas Brothers, "luminari come Jack Nail e James Weldon Johnson facevano parte del consiglio di amministrazione della Black Swan" e The Crisis, la rivista allora diretta da W.E.B. Du Bois, e pubblicata dalla NAACP, investì i suoi profitti nell'azienda.[6]
Bert Williams fu un primo investitore della Pace Phonograph. Williams promise anche di incidere per l'azienda una volta terminato il suo contratto esclusivo con Columbia Records, ma morì prima che ciò potesse accadere.
La Pace Phonograph Corporation fu rinominata Black Swan Phonograph Company nell'autunno del 1922. Sia l'etichetta discografica che la società di produzione presero il nome dalla star dell'opera del XIX secolo Elizabeth Greenfield, che era conosciuta come The Black Swan, (Il cigno nero).[7]
Ex dipendenti di Pace & Handy lavoravano nella nuova azienda: Fletcher Henderson, che fungeva da direttore delle incisioni, si occupava dell'accompagnamento al pianoforte dei cantanti e dirigeva una piccola band per le sessioni di registrazione. William Grant Still fu nominato arrangiatore e successivamente direttore musicale.[7] Gli annunci della Black Swan venivano spesso pubblicati su The Crisis.[8]
La Black Swan ebbe un successo moderato. Registrava musicisti afroamericani, ma mentre l'etichetta cresceva in popolarità, la Pace riteneva che le etichette concorrenti di proprietà di bianchi, come la Columbia Records, cercassero di "ostacolare il progresso e limitare la popolarità della Black Swan Records".[9] Sebbene la pubblicità della Black Swan Records sostenesse che tutti i suoi musicisti e dipendenti fossero afroamericani, a volte utilizzava musicisti bianchi per accompagnare alcuni dei suoi cantanti.
La società di produzione dichiarò bancarotta nel dicembre 1923 e nel marzo 1924 la Paramount Records acquistò l'etichetta Black Swan. The Chicago Defender riportò l'evento dettagliando i risultati importanti ottenuti dalla Black Swan in un breve arco di attività, evidenziando le principali case discografiche, tutte di proprietà di bianchi. La significativa ricerca di artisti neri da parte del mercato spinse diverse grandi case discografiche ad iniziare a pubblicare la musica di questi artisti, inoltre il Defender accreditò la Pace per aver mostrato alle major come rivolgersi al pubblico nero e come fare pubblicità sui giornali neri. La Paramount smise di pubblicare l'etichetta poco tempo dopo.
Come accennato, la Black Swan fu recuperata negli anni '90 per una serie di ristampe in CD di registrazioni storiche di jazz e blues, originariamente pubblicate su Black Swan e Paramount. Questi CD sono stati pubblicati dalle etichette Jazzology e GHB di George H. Buck Jr, sotto il controllo della George H. Buck Jr. Jazz Foundation, che ottenne i diritti sul catalogo Paramount, ma non sul nome Paramount. Anche i diritti sul nome "Black Swan Records" furono trasferiti alla GHB.
Artisti
modifica- Bessie Allison, membro originale del cast di Shuffle Along.
- C. Carroll Clark, baritono che fu il primo artista registrato dall'etichetta.[10]
- Four Harmony Kings, quartetto vocale.
- Henry Creamer e J. Turner Layton, duo di vaudeville
- Katie Crippen, cantante di vaudeville
- Kemper Harreld, violinista
- Lucille Hegamin, cantante jazz e blues
- Revella Hughes, soprano presente in una delle prime pubblicazioni dell'etichetta[5]
- Alberta Hunter, cantante blues
- James P. Johnson, pianista jazz
- Nettie Moore è stata una cantante che ha registrato[11] “Deep River” (1922) / “Song of India” (1922) e “Christmas Chimes” con Ethel Waters su Black Swan.[12]
- Hattie King Reavis, cantante soprano.
- Trixie Smith, cantante blues, seconda solo a Ethel Waters nelle vendite della Black Swan.
- Florence Cole Talbert, prima artista classica a registrare con la Black Swan,[13] soprano, educatrice musicale.
- Mamie Jones", pseudonimo della cantante Aileen Stanley che fu una delle tante artiste bianche a registrare per la Black Swan. Questi artisti "passavano come di colore", dal momento che l'etichetta era pubblicizzata come un'etichetta di soli artisti neri.[14]
- Eva Taylor, cantante blues
- Ethel Waters, cantante jazz, gospel e blues. Ha pubblicato i primi dischi di successo commerciale dell'etichetta, ed è rimasta il loro best seller.
- Essie Whitman, cantante di vaudeville, membro delle Whitman Sisters[5][14][15][16]
Note
modifica- ^ Suisman, 2004
- ^ Sutton & Nauck, 2000, pp.21,27
- ^ Key, 2013, pp.14–15
- ^ (EN) Broome Special Phonograph Records., su www.vialibri.net. URL consultato il 10 aprile 2023.
- ^ a b c d Weusi, 1996
- ^ Brothers, 2014, pp.127–129
- ^ a b Brooks, 2004, pp.168–169
- ^ Crisis, Novembre 1922, p.44
- ^ Dallas Express, 14 gennaio 1922, p.1
- ^ Settlemier, "2000 Series"
- ^ Crisis, luglio 1922, p.139
- ^ Gibbs, 12 dicembre 2012, p.105
- ^ Smith, 1996, pp.130–133
- ^ a b White Performers, 2005
- ^ Settlemier, 2000 Series
- ^ Settlemier, Miscellaneous Series
Bibliografia
modifica- (EN) Tim Brooks, Lost Sounds: Blacks and the Birth of the Recording Industry, 1890–1919, Urbana, University of Illinois Press, 2004, p. 168, ISBN 0-252-02850-3. Ospitato su Internet Archive (ARChive of Contemporary Music).
- (EN) Crisis, Black Swan Records – July Releases (Pubblicità), vol. 24, 3, intera n.141, New York, luglio 1921, p. 139, ISSN 0011-1422 . Ospitato su Google Books (Harvard).
- (EN) Crisis e Harry Herbert (1884–1943) Pace, To the Investing Public (Pubblicità), vol. 25, 1; intera n. 145, New York, novembre 1922, p. 44, ISSN 0011-1422 . Ospitato su Google Books.
- (EN) Thomas David, PhD Brothers, Louis Armstrong: Master of Modernism, W.W. Norton & Company, 2014, pp. 127–129, ISBN 978-0-3930-6582-4, LCCN 2013037726, OCLC 858940268. Ospitato su Internet Archive.
- (EN) Dallas Express, Black Swan Company to Sue Columbia Record Company – Pace Company Alleges That New Singer Under Contract Is Being Featured by Columbia Company as Its Exclusive Artist, Will Sue, vol. 41, 18ª ed., p. 1 (cols. 6–7, top).
- (EN) Access option 1 (PDF). Ospitato su Fultonhistory.com.
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- (EN) Via Internet Archive.
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- (EN) David Suisman, Co-Workers in the Kingdom of Culture: Black Swan Records and the Political Economy of African American Music, in The Journal of American History, vol. 90, 4ª ed., 2004, pp. 1295–1324, DOI:10.2307/3660349, JSTOR 3660349, OCLC 5322045005.
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- (EN) Jitu K. (né Leslie R. Campbell; 1939–2013) Weusi, The Rise and Fall of Black Swan Records (Spring 1996 term paper for a graduate course in music "Black Music in New York City 1900–1935", Brooklyn College; unpublished), su A History of Jazz Before 1930, The Red Hot Jazz Archive, 1996. URL consultato il 2 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 27 aprile 2016). Ospitato su Wayback Machine.
- (EN) White Performers on Black Swan (discografia), su mainspringpress.com, Mainspring Press (blog), 2005. URL consultato il 2 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2010).
- (EN) Jessica R. Key, Significant Black accomplishments in business, in The Indianapolis Recorder, 1º febbraio 2013, pp. 14–15.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Black Swan Records
Collegamenti esterni
modifica- (EN) Sito ufficiale, su jazzology.com.
- (EN) Michelle Granshaw, Black Swan Records (1921-1923), su blackpast.org, 18 ottobre 2010. URL consultato il 18 novembre 2024.
- (EN) Nellie Gilles e Mycah Hazel, Radio Diaries: Harry Pace And The Rise And Fall Of Black Swan Records [Diari della radio: Harry Pace e l'ascesa e la caduta di Black Swan Records], su npr.org, NPR, 1º luglio 2021. URL consultato il 18 novembre 2024.
- (EN) Black Swan Rising, su National Endowment for the Humanities. URL consultato il 18 novembre 2024.
- (EN) The Rise and Fall of Black Swan Records, su Radio Diaries, 3 febbraio 2023. URL consultato il 18 novembre 2024.
- (EN) Black Swan Records Collection, su www.ambientscape.com. URL consultato il 18 novembre 2024.
- (EN) Black Swan Records: The Story and Legacy of a Black Classical Music Label From 1921–1923, su www.sfcv.org. URL consultato il 18 novembre 2024.
- (EN) Jazzology; Black Swan Records; Re-Issue of Paramount Blues and Jazz on Jazzology.com, su www.jazzology.com. URL consultato il 18 novembre 2024.
- (EN) Jack Patrick, The History of Black Swan Records, su Medium, 27 dicembre 2020. URL consultato il 18 novembre 2024.
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